CONOSCENZE APPROFONDITE

Adesso salta fuori quest’altra cosa, e cioè che una delle organizzatrici della manifestazione SI TAV dello scorso 10 novembre a Torino avrebbe candidamente ammesso, nel corso di un’intervista, di non aver approfondito gli aspetti tecnici della questione.

Manco a dirlo, i sostenitori della posizione NO TAV si sono affrettati a strumentalizzare questa dichiarazione per dimostrare che, secondo loro, i promotori della manifestazione non sapevano neppure di che cosa stessero parlando. Come se l’espressione di un’opinione fosse esclusivo appannaggio di esperti e specialisti.

Ora chi rimprovera, non senza un pizzico di irrisione, alle promotrici della manifestazione SI TAV di non possedere alcuna perizia nella progettazione di una ferrovia e nello studio dei relativi impatti sul piano ambientale ed economico, dimentica che oggi la discussione verte su una scelta esclusivamente politica.

Qualsiasi opera infrastrutturale, sul piano strettamente tecnico-scientifico ed economico, implica argomenti sia a favore sia a sfavore. Per questo il dibattito non può essere condotto solo sul piano tecnico-scientifico. Le ragioni pro e contro la TAV di carattere tecnico-scientifico sono già state studiate e analizzate molti anni fa, quando si è deciso di varare il progetto. Di analisi costi-benefici ne sono già state fatte. L’ultima è stata presentata al pubblico nel 2012, nel corso di una conferenza stampa.

E’ perciò di tutta evidenza che oggi la discussione sulla TAV non è più di carattere scientifico, bensì politico. E quindi non è per nulla riprovevole, ma anzi, è un dato assolutamente normale, che chi si schiera a favore di un determinato progetto non abbia condotto personalmente uno studio approfondito sugli aspetti tecnico-scientifici ed economici correlati a quel progetto, ma faccia affidamento su ciò che esperti e specialisti hanno già prodotto.

Nemmeno i NO TAV sono tutti esperti e specialisti, su questo non c’è alcun dubbio. Si sono semplicemente affidati a studi fatti da altri, attribuendo maggior valore alle argomentazioni che ritenevano utili a supportare le proprie posizioni ideologiche.

Sulla base degli studi tecnico-scientifici e della conseguente analisi costi-benefici già effettuati, fu dunque valutato, a suo tempo, che il progetto dell’alta velocità sarebbe stato sostenibile. Da lì in avanti la palla è rotolata nel campo della politica. Oggi non si tratta più di rimettere di nuovo tutto in discussione, andando a cercare con il lanternino ulteriori argomentazioni tecnico-scientifiche ed economiche da opporre a quelle già presenti sul tavolo, ma di scegliere, non sulla base di un algoritmo, ma di una visione lungimirante.

E la scelta e una sola: se tagliar fuori l’Italia da un fondamentale corridoio di comunicazione europeo, precludendo così al nostro sistema economico e industriale future opportunità di sviluppo e di crescita, oppure no.