REVISIONISMO

È giusto dire che i morti di una guerra civile sono tutti uguali.
È giusto dire che di efferatezze ne sono state commesse da ambo le parti.
È giusto dire che di perdite fra i propri affetti ce ne sono state sia fra i fascisti sia fra i partigiani.
È giusto quindi, dopo tre quarti di secolo, guardare alla storia con equilibrio e onestà intellettuale e non soltanto dal punto di vista di chi alla fine è riuscito a prevalere.
Ma le leggi razziali (è un abominio soltanto concepirle, figuriamoci applicarle) sono state un’altra cosa.
Quando sento dire che il Duce ha fatto anche cose buone, ci credo. Ma qualsiasi “cosa buona” possa aver fatto è stata annullata dalla scellerata adesione alla teoria della purezza della stirpe, propugnata e praticata in modo scientifico dai nazisti attraverso lo sterminio su scala industriale.
Qualsiasi cosa buona è stata annullata dall’aver concepito di poter privare di ogni diritto umano, anche di quello alla vita, migliaia di italiani il cui unico tratto distintivo era quello di professare una religione diversa o di essere omosessuali.
Qualsiasi cosa buona è stata annullata dall’aver collaborato attivamente con i nazisti ai rastrellamenti, alla cattura e all’invio ai campi di concentramento di migliaia di italiani.
Qualsiasi cosa buona è stata annullata dall’aver scritto con il sangue degli innocenti una delle pagine più buie, vergognose, folli e imperdonabili della storia d’Italia. Una macchia indelebile che nessuno deve dimenticare mai, soprattutto in corrispondenza del Giorno della Memoria.
Per questo, fermi restando il rispetto e la pietà per tutti i morti in combattimento e per tutte le vittime di violenza gratuita (ce ne sono stati, lo ripeto, da ambo le parti e nessuno, da ambo le parti, è rimasto esente da colpe), dal momento in cui il fascismo ha fatto delle leggi sulla razza un proprio vessillo, per tutto quello che ne è conseguito, oggi, anche dopo tre quarti di secolo, non si può non essere antifascisti.
Ciò non implica che non si possa essere allo stesso tempo e per diverse ragioni anche anticomunisti.
Ma questa è un’altra storia.

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