MUSICA E PENSIERI – 2

We sailed for parts unknown to man, where ships come home to die.

Un’altra canzone dal ritmo cadenzato a un tratto si sovrappone alla prima. Emerge come un vecchio vascello attraverso la nebbia. Si tratta di A salty dog dei Procol Harum. L’associazione fra musica e pensieri ha fatto volare la fantasia. Accordi inusuali, cambi di tonalità che non ti aspetti. C’è qualcosa di tragico in queste note. È la storia di un’avventura pericolosa, di un viaggio verso l’ignoto affrontato da un equipaggio di disperati e dal loro capitano, un vecchio lupo di mare.

A salty dog, appunto.

How far can sailors fly?

E io fin dove posso arrivare? Dove mi sta portando la strada lungo la quale mi sono incamminato?

Non sono più nella mia casa. Sento il vento nei capelli, il verso di alcuni uccelli, il rumore di passi pesanti sulla ghiaia. Tutto segue il ritmo cadenzato della musica. Anche il mio respiro. Anche il mio cuore.

Sto per affrontare il mio destino. Non so quale potrà essere, ma non dovrò avere paura, né esitazioni.

Cammino guardingo, i muscoli tesi fino allo spasmo. Il sole filtra attraverso le fronde degli alberi, sto penetrando in una zona d’ombra dove tutto potrebbe accadere. Perché all’improvviso mi sento in pericolo? Il respiro si fa più rapido, anche le pulsazioni. Il rumore dei passi, invece, no. Si mantiene lento, cadenzato, dissonante. Le note si inseguono e rimbombano nella mia mente in un crescendo inarrestabile. Devo scuotere via questo senso di pericolo che mi soffoca. Devo mettere in salvo i miei sogni.

Lo faccio con un gesto antico come il mondo. Definitivo, irreparabile.

La frequenza dei respiri aumenta sempre di più. Sorpresa. Disperazione. Diventa un solo alito, prolungato, come il sibilo di un bollitore.

Ma non è il mio respiro.

Anche la morte ha un suono, un ritmo. Come di risacca. Continui a sentirla finché non te ne allontani e t’illudi che non sia mai esistita.

Un’onda più grande delle altre mi ha travolto, ma senza sommergermi. Come il vecchio lupo di mare della canzone, sono arrivato anch’io al mio approdo.

Ho raggiunto l’altro me stesso, nella vita che sognavo e che ho difeso fino a compiere un atto estremo.

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