QUANTE SONO LE STORIE DA RACCONTARE?

Secondo Jorge Luis Borges ci sono in tutto solo quattro storie, quattro archetipi della letteratura a cui si rifanno in qualche modo tutte le altre. L’Iliade, l’Odissea, il mito di Giasone e del Vello, il mito di Odino, che si sacrifica a se stesso. In altre parole, tutto è già stato inventato nell’antichità e per i secoli successivi gli scrittori non hanno fatto altro che raccontare sempre queste quattro storie, limitandosi ad apportare variazioni ai temi principali. Ma siamo ancora sicuri che siano solo quattro, e che siano proprio queste? Di sicuro, l’Iliade è la capostipite di tutte le storie che hanno alla base un conflitto sia fra popoli (Achei contro Troiani), sia fra individui (Achille e Agamennone, Achille ed Ettore, Menelao e Paride. Altrettanto si può dire dell’Odissea, a cui si sono ispirate tutte le successive storie di viaggio e di avventura. Ma quella di Giasone, a pensarci bene, mi sembra già una variazione sul tema dell’Odissea. Altro archetipo fuori discussione è quello del sacrificio di Odino. Non dimentichiamo che il sacrificio di un dio è alla base della cultura cristiana. Forse, però, manca qualcosa. Che cosa dire dell’Edipo Re? La capostipite di tutte le detective stories. L’investigatore che alla fine scopre addirittura di essere egli stesso l’assassino. E Anfitrione? Una storia di inganni, di equivoci e di scambi di identità che ha ispirato l’intero genere della commedia. E infine, Tristano e Isotta. Una storia d’amore tragica, contrastata, che resiste a tutte le avversità e trova il suo coronamento solo nella morte dei due innamorati. Eros e Thanatos. C’è qualcos’altro?

SalvaSalva

SalvaSalva

SalvaSalva

7 thoughts on “QUANTE SONO LE STORIE DA RACCONTARE?

  1. Stavo pensando a Frankenstein della Shelley.
    Quale potrebbe essere l’archetipo di riferimento?

  2. La storia di Giasone, in realtà, porta il seme della ricerca. I Greci, infatti, sapevano dove fosse Elena. Giasone è, quindi, l’archetipo del cercatore, mentre Medea si presenta come attrice degli eventi, vittima di Giasone e carnefice dei suoi figli per punire l’amore tradito.

  3. Io penso che la letteratura greca costituisca effettivamente la base per quella moderna, però non penso si possa ricondurre tutto alla classicità. Ad esempio, i romanzi che si focalizzano sulla psicologia dei personaggi sono nati in epoche successive, con la scoperta della dimensione inconscia. E lì, comunque, non si può neanche parlare di fatti, ma di flusso di pensieri. Quindi, per concludere, ritengo che la letteratura contemporanea si ispiri alla Grecità, ma anche che sia andata oltre sotto certi aspetti.

  4. Da come la vedo io, ai classici dobbiamo riconoscere il primato di aver iniziato a tradurre in parole scritte quelle che sono le aspirazioni, i desideri e i sentimenti dell’uomo. Fintantoché la letteratura continuerà a studiare l’animo umano per svelarne fatti e misfatti, troveremo sempre riferimenti a opere precedenti ma solamente perché l’archetipo è stato ed è l’uomo. Ai classici va il merito di aver iniziato, ma non potrei mai pensare che le opere che ne sono seguite da allora arrivando ai giorni nostri siano delle semplici “copie” o rifacimenti o che un Dante, un Manzoni, un Verga, un Pirandello (e mi scusino gli altri che non nomino) si siano ispirati all’Odissea e nemmeno a Tristano e Isotta. Sono invece convinta che si siano ispirati all’umo immerso nella realtà di un preciso periodo storico. Tutto questo mi fa invece riflettere sulla continuità del carattere umano. Cambiano le epoche, gli usi, i costumi, cambiano le mentalità, le necessità, i bisogni ma la natura umana rimane costante. Ritroviamo sempre le stesse meschinità, difetti ma anche pregi e qualità che l’animo umano sa esprimere costantemente col ripetersi di certe situazioni. L’uomo è l’animale in evoluzione per eccellenza ma fatica a evolversi caratterialmente. Progredisce fisicamente ma ha continue ricadute morali. Evidentemente è proprio vero che, come sento spesso dire: la perfezione non è di questo mondo.

  5. Odino è una figura della mitologia nordica, non c’entra niente con la Grecia antica. A parte questo, sono d’accordo sul fatto che attraverso i secoli la letteratura abbia sviluppato in tanti modi le idee del mondo antico. Ma mi pare che l’articolo parlasse di archetipi letterari e, in effetti, non ne vengono in mente molti altri.

  6. Per rispondere a Osvaldo su Frankenstein, l’archetipo potrebbe essere quello di Tristano e Isotta. In fondo, anche qui si parla di amore e passione, il cui oggetto non è una persona, bensì la scienza.

  7. In fondo di cosa si scrive, si è scritto, si scriverà?
    Delle cose della vita :
    l’amore, l’odio, l’amicizia, la guerra, la pace, l’ignoranza, la conoscenza, il viaggio, la paura, l’ansia, la calma, la morte, la pazzia, la ricchezza, la povertà, il dominio.
    Non c’è altro di cui scrivere.

Comments are closed.