QUALE PIANOFORTE?

Il panorama musicale mondiale, dagli anni ’50 in poi, è stato invaso dalla musica rock e dalla musica pop nelle loro varie declinazioni.

Di sicuro lo strumento che la fa da padrone in questi due generi musicali è la chitarra, che negli assolo diventa lo strumento che accompagna e dialoga con la voce del cantante solista o la sostituisce del tutto.

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E il pianoforte?

Il pianoforte, o forse sarebbe meglio dire le tastiere, considerato che molte band preferivano l’organo al pianoforte vero e proprio, il più delle volte era uno strumento di accompagnamento, una base armonica che integrava quella ritmica costituita da batteria e basso.

Con il progressive rock il pianoforte acquista dignità e dimensione di strumento solista.

Ebbene, quali sono i pianisti, o tastieristi, che si sono distinti in questo campo? Quelli che hanno lasciato un segno indelebile?

Me ne vengono in mente tre su tutti.

Keith Emerson, pianista di robusta formazione classica, che si è spinto addirittura a rivisitare in chiave rock la celebre composizione di Mussorgskij Quadri di un’esposizione. Ma come dimenticare l’album Trilogy del trio Emerson, Lake and Palmer, o Honky Tonk Train Blues, che fu tra l’altro la sigla di chiusura della trasmissione televisiva degli anni ’70 Odeon?

L’altro è di sicuro Rick Wakeman, il tastierista degli Yes che diede prova di grande virtuosismo con l’album The six wives of Henry VIII.

Il terzo è l’indimenticato Jon Lord dei Deep Purple.

Eppure non bisogna assolutamente trascurarne un quarto, che a mio personale avviso non ha nulla da invidiare agli altri tre.

Si tratta di Tony Banks, dei Genesis.

Quando si parla dei Genesis, per molti appare scontato dire che l’anima della band fu Peter Gabriel e dopo di lui Phil Collins. Invece io credo che il tratto distintivo, il marchio di fabbrica, il sound che contraddistingue tutte le composizioni dei Genesis, con o senza Peter Gabriel, sia proprio scaturito dalla mente di Tony Banks, con i suoi fraseggi complessi, le sue modulazioni inaspettate, il respiro sinfonico di certi passaggi.

Un brano su tutti: Firth of Fifth, che inizia con quello che è forse il più bell’assolo per pianoforte di tutta la musica rock.

Merita ascoltarlo tutto in religioso silenzio.

E ora, voglio farvi ascoltare lo stesso brano eseguito solo con il pianoforte. Da leccarsi i baffi!

 

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3 thoughts on “QUALE PIANOFORTE?

  1. Maurizio, hai proprio ragione, era da parecchio che non ascoltavo questo pezzo dei Genesis, Tony Banks è superlativo.
    Ho ascoltato il brano di solo pianoforte, suonato da Massimo Bucci, pianista che non conosco, interpretazione magnifica.

    • Ho letto che inizialmente questo pezzo avrebbe dovuto essere inserito in Foxtrot, ma che gli altri membri del gruppo non l’avevano voluto. Per fortuna poi si sono ricreduti.

  2. Maurizio, mi sono incuriosito ed ho ascoltato su youTube altri pezzi interpretati da Massimo Bucci.
    Consiglio di ascoltare TARKUS, una suite di Emerson Lake & Palmer, lui è veramente bravo e ti permette, comunque, di dedurre il genio di Emerson.

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